Questa sera alle 20.30 sarò uno degli ospiti del Film Festival Diritti Umani, che si sta tenendo a Lugano dal 19 al 25 ottobre, insieme a Bruno Giussani (curatore internazionale di TED) con la moderazione della giornalista RSI Michèle Volonté. Vedremo il documentario Another body di Sophie Compton e Reuben Hamlyn (in inglese con sottotitoli in italiano) e ne discuteremo con il pubblico dopo la proiezione, che inizia alle 20.30 al cinema Corso, in via Pioda 4.
Il tema dei diritti umani può sembrare insolito da trattare per chi si occupa principalmente di informatica, ma in questo caso è proprio l’informatica a stravolgere un diritto umano fondamentale, rendendo possibile una nuova forma di abuso: il deepfake di immagini intime non consensuali, ossia l’uso di software per creare e diffondere foto e video che applicano realisticamente il volto di una vittima (quasi sempre una donna) a scene di sesso in realtà interpretate da altre persone, allo scopo di molestarle o umiliare pubblicamente quella vittima.
Non chiamatelo revenge porn: è profondamente sbagliato, perché implica che la vittima abbia commesso qualche azione che giustifica una vendetta da parte di chi produce e diffonde questi video, e non è pornografia, perché la pornografia è consensuale: gli interpreti scelgono di essere ripresi e che la loro immagine intima venga diffusa.
Il documentario Another Body racconta in dettaglio la vicenda di una giovane donna che diventa vittima di un deepfake che la mostra e che viene pubblicato su Pornhub, sconvolgendo la sua vita. Non contiene immagini esplicite, ma vi allude molto chiaramente, e soprattutto tocca un tema molto delicato e sempre più diffuso, per cui il Festival ne consiglia la visione alle persone dai 15 anni in su.