In Italia, gli attacchi informatici nel settore sanitario sono diventati sempre più frequenti e sofisticati. La Sanità è un obiettivo particolarmente attraente per i cyber criminali, principalmente a causa della natura sensibile dei dati trattati, che includono informazioni personali e sanitarie dei pazienti, ma anche a causa della necessità critica di mantenere operativi i sistemi per garantire la continua erogazione di prestazioni sanitarie.
Ne deriva che il 92% delle organizzazioni sanitarie ha subito almeno un attacco informatico negli ultimi 12 mesi, in aumento rispetto all’88% del 2023, e il 69% di queste ha dovuto interrompere l’assistenza ai pazienti come conseguenza[1].
Come rilevato dal Rapporto Clusit 2024, le tipologie di attacco più frequenti nel settore sanitario italiano sono ransomware, data breach, social engineering e lo sfruttamento di vulnerabilità di dispositivi medici e applicativi sanitari.
Queste tecniche di attacco possono non solo compromettere la privacy dei pazienti, ma causano interruzioni di servizi che impattano fortemente sulle capacità di cura della struttura e sulla salute del paziente.
Un incidente di portata critica può avere ripercussioni di lungo termine sull’azienda ospedaliera in termini di affidabilità e fiducia da parte dei pazienti, oltre agli impatti economici e legali derivanti da eventuali sanzioni imputabili alla struttura.
In questo scenario, l’Unione Europea, tramite la Direttiva NIS 2 (Network and Information Security), ha stabilito una serie di misure di sicurezza al fine di stabilire un livello comune interstatale ed estendere il perimetro dei soggetti a cui è rivolta.
In particolare, la Direttiva NIS 2 e il relativo D.lgs. 4 settembre 2024, n. 138 di recepimento della stessa nel contesto italiano introducono una serie di requisiti da rispettare per i soggetti in perimetro, tra cui le aziende sanitarie. Nello specifico:
Dai requisiti imposti dalla Direttiva si evince che la capacità di resilienza dei soggetti in perimetro non si raggiunge esclusivamente attraverso la definizione di processi di gestione degli incidenti e della continuità operativa, bensì deve essere il risultato di un percorso integrato che comprende più aspetti.
Questo percorso è più efficace e gestibile laddove è assicurata una governance solida della cybersecurity e dell’IT, garantendo la separazione di ruoli (segregation of duties), ottenibile con un approccio programmatico, strutturato e integrato, fondato sulla gestione del rischio.
Infatti, solo attraverso la definizione di un corretto assetto organizzativo, in termini di ruoli e responsabilità, efficienti processi di sicurezza e una corretta gestione della catena di approvvigionamento, sarà possibile, insieme all’adozione di soluzioni tecnologiche, ridurre il rischio di rimanere vittime di incidenti informatici.
La Direttiva NIS 2 avrà significativi impatti sull’organizzazione delle aziende sanitarie in quanto impone in primis un approccio strategico nella gestione della sicurezza informatica, coinvolgendo l’organo di gestione nel processo di approvazione delle modalità di implementazione delle misure di gestione dei rischi per la sicurezza informatica e nella supervisione di suddette misure.
Gli obblighi, in materia di misure di gestione dei rischi, che le aziende ospedaliere devono adottare, si riferiscono a tutte le operazioni e a tutti i servizi, non solo a risorse informatiche specifiche o a servizi critici forniti dal soggetto.
Oltre a tali responsabilità, all’interno delle aziende sanitarie devono essere previste figure e team specifici incaricati di gestire esclusivamente le istanze di sicurezza (es. Responsabile della sicurezza dele informazioni) in ottemperanza del principio di “segregation of duties”.
Questo cambiamento di tipo strategico/organizzativo deve essere però accompagnato da un cambiamento culturale verso una maggiore consapevolezza della sicurezza informatica tra tutti i dipendenti, non solo per quelli IT.
La Direttiva impone, infatti, che gli organi di amministrazione, gli organi direttivi e i loro dipendenti siano tenuti a seguire una formazione in materia di sicurezza informatica per favorire l’acquisizione di conoscenze e competenze sufficienti al fine di individuare i rischi e adottare comportamenti virtuosi atti a garantire la sicurezza delle informazioni nello svolgimento delle proprie mansioni e in generale una responsabilizzazione diffusa in questo senso.
La sicurezza di un’azienda ospedaliera è data anche dalla capacità di gestire in maniera efficace la propria catena di fornitura.
Il settore sanitario fa affidamento in larga parte a prodotti e servizi forniti da terze parti, che possono rappresentare una via d’accesso, generalmente poco presidiata, ai sistemi dell’Organizzazione per eventuali malintenzionati.
Ne deriva che una corretta gestione dei fornitori, prevedendo requisiti di sicurezza specifici e monitorandone l’applicazione, permette una diminuzione delle probabilità di attacchi perpetrati attraverso di essi.
Il soggetto in perimetro deve garantire la sicurezza della catena di approvvigionamento tenendo delle vulnerabilità specifiche per ogni fornitore e tipologia di fornitura e della qualità complessiva dei prodotti, comprese le loro procedure di sviluppo sicuro.
Infine, la Direttiva richiede che gli organi di amministrazione e gli organi direttivi siano informati su base periodica o, se opportuno, tempestivamente, degli incidenti e delle notifiche, oltre a definire meccanismi e tempistiche di comunicazione degli incidenti alle Autorità competenti.
In conclusione, la Direttiva NIS 2 rappresenta uno strumento importante con cui l’Unione Europea vuole guidare le organizzazioni verso una resilienza adeguata ad affrontare le difficoltà e le sfide dello scenario geopolitico attuale e futuro.
Essa costituisce un elemento normativo fondamentale che fa da leva per il cambiamento dell’approccio alla sicurezza delle informazioni delle aziende ospedaliere.
La maggior parte del settore risulta ancora poco maturo rispetto a questi aspetti ed è quindi imprescindibile il contributo che tale Direttiva e la relativa legge di recepimento italiano hanno e avranno nell’innescare quel cambio di paradigma necessario a garantire la sicurezza di questo settore.
[1] Cyber Insecurity in Healthcare: The Cost and Impact on Patient Safety and Care 2024